Custodia di me
(2006)
- Anno: 2010
- Autore: Francesco Rivera
- Formato: 17x24
- ISBN: 9788889506974
- Pagine: 68
(2006)
Custodia di me, questa splendida silloge del 2006, che Francesco Rivera aveva lasciata dolcemente, devotamente inedita, e oggi invece dà alle stampe dopo una radicale potatura, ristrutturante novazione (a cura di Claudio Di Francesco), poneva e continua forse a porci, imporci fin dal titolo il suo principale interrogativo: Come si custodisce se stessi? Ed ancor più: Cosa custodire di noi? E ovviamente, perché? Custodire il corpo? O invece l’anima? Entrambe assommate, saldate nell’Uno creaturale che ci racchiude e ci pertiene? In provvida grazia di Dio e per magniloquente virtù amorosa…
Vivace amore
che fai incolume l’anima
e patisci le varie foglie
dell’esistenza grama
con il facile oblio e la potatura
attentissima dei diademi notturni,
vicino al paterno castello
quando il vento la notte
attribuisce le essenze
ai colori dei muri. …
Secco e ancor più rarefatto, asciugato, Custodia di me è ora quasi un unico, trascinante e visionario poemetto di 32 movimenti o strofe… Sequela dolce ma anche fiera, recisa, di immagini e icone, mancamenti e pulsioni gnomiche, abrasioni e rifioriture, gangli dolenti e roride figurazioni…
Plinio Perilli
INDICE
Introduzione
Hai verso le mie qualità
Seppure tu mi significavi
La vita viva che è copiosamente
Non è venuto più riposo
Lei diceva: era lei, era lei
Vivace amore
Porto fianco a mio fianco
Lei tossì quella volta soltanto
Una voce effusa
Fin tanto che lei ha capito
Lei diceva sempre: chi è bello?
Piccolo cuore che hai tuonato tanto
I flagelli dei flutti che irrorano
In consanguinea tenuta
Così è cominciata
Nipotina mia Vittoria, vittoria
Una vita “senza”. E ora ho il manipolo
E Te ieri chiamai. E mi vanificasti
Mi è piccolo fondo
Il fiore ha rimediato il suo diritto.
Nel vigore che gioca nei miei mandorli
Con cadmio polveroso, con le virgole
Caro, se c’è indice di morte
E tu che mi rispondi
Serenamente ho proporzione
Verosimilmente, nell’accaduto
Ti ripeto sempre: madràn. E tu
Verso i sogni e le notturne ansie
Fosti il risultato della mia rinuncia
Il Signore mio Dio mi ha costituito
Si conoscevano arsi di soli.
Non ho sezionato tempo di brine.
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